Sara, Sauron, Scuro... la donna dai capelli onnipresenti, agghindata con gioielli ricercati, sempre curata ed indaffarata.
Sono fortunata, perchè sono circondata da gente che vive un po' come me...Perchè se chiedo a sara di darmi una mano a fare delle foto non ti chiede perchè? ma ti chiede quando. Perchè per noi il "lavoro" è quello. Fin dai primi giorni di accademia ci trovavamo a casa mia, perchè è la più grande, in cantina a dipingere ed in soffitta a fare foto. Tra di noi sono nati i primi esperimenti sia fotografici che pittorici e video. La chiamavamo factory e facevamo notte distraendoci spesso con balli e pausa sigaretta. Finita l'accademia è rimasta in noi la voglia di continuare a creare sempre con la sicurezza che nell'altra avremo trovato sempre un valido appoggio. e così è Ora Sara sta imparando a tatuare. ed è incredibilmente impegnata!
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Ho un fratello minore, Francesco Aurelio, in famiglia da sempre chiamato Cesco.
Da qualche anno vive e lavora negli Stati Uniti ed è felice e molto impegnato ma mi manca terribilmente per diversi motivi, uno di questi è che non ho più il mio primo modello. il modello pronto all'uso domestico. Un modello che per di più è bello, con gli occhi neri come olive, penetranti e profondi. Nelle foto che gli ho fatto non è mai apparso con un espressione idiota, fuori luogo o sorpresa semmai arrabbiata. Si, perchè tutte le volte che gli chiedevo all'improvviso, nelle domeniche di riposo in cui lui diventava un tutt'uno con il divano, di aiutarmi a fare delle foto la sua prima risposta era un "no" secco e crudele che poi dopo un caffè o un ripensamento fraterno si trasformava in "dai va bene, ma muoviti che devo andare via" e ci si preparava a fare una sessione fotografica sempre ben riuscita. Perchè le foto dipendono molto dal modello e lui è perfetto. Lui è stato la mia sicurezza. Anche nei casi in cui le foto risultassero comiche o divertenti la sua faccia dura ed il suo broncio rendevano il tutto molto credibile. é un vero professionista Lo so che in fondo, nonostante fosse riluttante all'inizio si divertiva nel soddisfare le mie richieste assurde e molte volte era proprio lui ad aiutarmi nell'eseguire i miei autoritratti intuendo immediatamente che cosa avevo in mente di fare... Anche gli attimi che coglievo, mentre suonava la chiatarra, fumava una sigaretta o parlava con gli amici erano sempre un successo per me. Sarà un caso, ma da quando lui abita oltreoceano non faccio più foto così ispirate. Fratello mi manchi anche per questo... i démodé sono un gruppo musicale che seguo da quando si sono formati, non so con esattezza da quanto suonino, credo dal 2007, e nel 2011 mi hanno chiesto, o forse ho chiesto io loro, di poterli fotografare ma ora non ricordo.
mai credo troverò un gruppo più congeniale al tipo di foto che amo fare, il sapore di non moderno che casualmente esce dai miei scatti ben si sposa con il loro tipo di musica, loro si definiscono una Pocket size Orchestra folk contemporanea ed ormai conosco a memoria i loro brani. Ho avuto l'opportunità di fare due uscite con loro per poter scattare le foto di gruppo e mi sono sempre divertita, perchè sono dei grandi amici ormai e soprattutto con Kerin (basso) e Luca (piano) si è instaurato un rapporto molto scherzoso e di complicità. in questo post trovate le foto non ufficiali in cui li ho convinti ad indossare le mie parrucche ed in cui appaiono anche i miei validi aiutanti Valter Costantini (strappato al suo lavoro di muratore) Annalisa Garaffa opportunamente protetta dall'attacco delle cimici ed Astrid Virili pronta a sorreggere sfondi e stendere drappeggi involuti. sono anche le uniche foto in digitale. Grazie http://www.wearedemode.com/ https://www.facebook.com/wearedemode non c'è paragone, le polaroid hanno tutta un altra magia, anche se sbagliate, anche se non sono perfette, anche se è una giornata no loro riescono a migliorare tutto.
Il mondo si rivela per pochi istanti ancora un posto felice e persino romantico. é da tanto che non lavoro con le istantanee e mi manca, ma so anche che per fare un buon lavoro devo ragionarci prima, non posso "sprecarle". non posso fare le foto in un ora e via. Si vede la differenza tra il " servizio" in analogico e digitale fatto lo stesso giorno e sugli stessi soggetti vero? anni fa ho cominciato ad utilizzare la gelatina fotosensibile, usato principalemente durante gli anni dell'accademia per aiutare una mia amica, Sara Bertossi che doveva stampare dei visi su calchi in gesso di altri visi...ammetto che il lavoro è stato impegnativo già a quel tempo, anche perchè era la prima volta che usavamo questo materiale e per di più su superfici tridimensionali- mi domando dove siano finiti quei lavori...nel 2008 ho ricomprato la gelatina e l'ho spalmata su tutte le superfici che capitavano sotto mano, fogli, stoffa, legno, anche i sassi del tagliamento. poi ho provato a stampare sulla corteccia. sono esperimenti che continuo a sviluppare.ma il tutto mi sa di antico...
il mio bisogno di fare ricerche all'aperto, di osservare, di vivere a contatto continuo con la natura, perdermi tra gli alberi e pensare come lavorare assieme a loro mi ha portato a questo lavor, pensato per molto tempo e che tutt'ora continuo a sviluppare, quasi fosse l'unica via.
lavoro eseguito in camera oscura e sul divano. carta, ago e filo di lana. lana da calza per l'esattezza. la stessa lana che usavo da piccola per crearmi una treccia lunghissima e finta. la stessa lana che usavo per circondare un albero, che io chiamavo papà albero, che abracciavo quando venico colta da quella bella sensazione che si prova solo nell'infanzia, e che ti fa credere che quello che ti inventi per giocare sia la realtà del momento. |
Author TERESA'S MOTHER, Archives
Dicembre 2016
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